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  • Immagine del redattoreBenedetta

Dopo il Veganuary che si fa?

Oggi è il mio ultimo giorno di veganuary.

Non sarà però l'ultima volta che mangerò 100% plant-based.


Se da una parte ho deciso di non abbracciare il veganismo alimentare, dall'altra ho capito ancora di più quanto una vita senza carne, pesce o latticini non sia sinonimo di mancanza di gusto. Tornerò ad essere un onnivero a tutti gli effetti? Ni.

Mi spiego meglio.

Anche prima del veganuary, non introducevo carne o pesce nè tutti i giorni nè tutte le settimane, facevo attenzione alla provenienza e avevo giornate interamente vegetariane o addirittura vegane, senza nemmeno sforzarmi o pensarci.

Ma allora, cosa sarà diverso ora, dopo aver affrontato il mio primo veganuary?

Vivo ancora dubbi, quelli tipici dell'onnivoro che vuole essere sostenibile e responsabile, sapendo che il consumo di carne, spesso e volentieri, non è la strada più green. Tuttavia sento di aver raggiunto un'ulteriore e nuova consapevolezza nei confronti del cibo, delle culture gastronomiche e abitudini alimentari altrui.


Ed è per questo che ho stilato una semplice ricetta per essere un Consumatore Gentile (verso noi stessi, verso la natura, verso gli altri), una sorta di mini guida per poter essere una versione di sé migliore di quella precedente.

Va da sè, che questa guida potrà essere aggiornata in futuro. D'altra parte, la consapevolezza non è un punto di arrivo, quanto un processo, un viaggio che aiuta ad aprire la mente e ad accettare (sé stessi, con le proprie possibilità, e gli altri).


Il consumo di carne


C'è poco da controbattere. Dal punto di vista ambientale, a parità di tipologia di produzione (intensiva vs. estensiva), gli allevamenti sono molto meno sostenibili delle coltivazioni di cereali, legumi, frutta e verdura. Credo molto nel buon senso e sono anche certa che dare l'alimentazione plant-based come unica soluzione per fare la cosa giusta nei confronti del nostro pianeta sia controproducente. Si tratta pur sempre di una scelta molto personale, delicata e complessa.

Allo stesso tempo non possiamo continuare a consumare carne senza senno e senza parsimonia.

Secondo gli ultimi dati del 2018, il consumo reale di carne in Italia è di circa 106 g al giorno, procapite, insomma oltre 700 g a settimana.

Perché allora non provare a limitarsi anche solo a 300 g a settimana? Potrebbe essere questa una soluzione e una richiesta fattibile, non trovate? Si diminuirebbe così il consumo di oltre il 50% e potremmo prediligere le produzioni estensive e non quelle industriali.


Evviva i legumi


Ovviamente, meno carne, più legumi, no?

Non preoccupatevi, il mondo vegetale è ricco di proteine: ceci, lenticchie, fagioli, fagiolini, soia (tofu, seitan, ecc.) saranno ottimi alleati. E se siete preoccupati per la famosa vitamina B12, sappiate che, in linea generale, è consigliabile a tutti, a meno che non siate i consumatori di carne più accaniti del pianeta. La vitamina B12, che non può essere sintetizzata dal nostro corpo e che supporta la formazione dei globuli rossi (ma non solo), si trova sì in alimenti come carne di manzo, fegato, pesce, uova e latticini, ma anche legumi e noci. La B12 è creata da batteri presenti nel terreno ed è per questo che gli animali, cibandosi di erba (ipoteticamente per lungo tempo, anni), sono accumulatori di vitamina B12 per noi. Nutrirsi di carne allevata intensivamente non significa introdurre grandi quantità di B12 (tant'è che gli animali stessi ricevono questa vitamina sotto forma di integratore), ma non possiamo nemmeno mangiare la terra, giusto? Ecco che non ci dovremmo stupire nel sapere che 1 onnivoro su 3 ha carenza di vitamina B12.

Morale della favola? Sia che siate vegani, vegetariani o onnivori coscienziosi, chiedete un'opinione del vostro medico a proposito della vitamina B12.


Rispettare gli altri


Un altro modo per essere onnivori più consapevoli è quello di uscire dalla propria comfort-zone. Grazie al veganuary non solo ho cucinato splendidi e squisiti piatti plant-based, ma la mia stessa tolleranza culturale si è espansa.

Se prima guardavo al vegano, come a qualcuno che semplicemente sceglie di non mangiare carne, pesce e prodotti di orgine animale, ora non solo mi è chiaro che il veganismo è una filosofia di vita che va oltre all'alimentazione (esso ha infatti a che vedere con lo specismo, ovvero quella forma mentis culturale che ci fa rapportare in modo diverso a seconda della specie con cui interagiamo. Non mangeremmo cani e gatti, ma bovini, maiali, ecc. sì), ma nutro grande rispetto per chi è riuscito a scegliere di rinunciare a quelle abitudini che ci accompagnano da una vita e che spesso sono ricche di gusto, di significato e di ricordi.

Dialogare con chi ha culture o abitudini gastronomiche diverse dalla nostra, ascoltando, discutendo, scambiandosi opinioni, vi assicuro, porta grande serenità e consapevolezza.

Provate dunque ad introdurre un giorno o due a settimana in cui sperimentare la cucina vegana e leggere qualche articolo a proposito di questo stile di vita.


Discorso prodotti ittici


Personalmente adoro il sapore dei piatti a base di pesce, ma stiamo attingendo dalle risorse dei nostri mari senza freni, sia per il nostro stesso consumo che per supportare gli allevamenti intensivi (ebbene sì) di carne e di pesce stesso, come nel caso degli allevamenti di salmone. A tal proposito, vi invito a leggere l'articolo dedicato a questo prodotto ittico che, credo, vi lascerà a bocca aperta: LINK.

La pesca intensiva non è l'unica minaccia per i nostri mari e i suoi abitanti.

La piaga della plastica riguarda sia le terre emerse che le nostre acque e, ormai, sono sempre di più gli studi che dimostrano come, purtroppo, il consumo ittico sia rischioso anche per la nostra salute: la plastica e la micro-plastica ingerita per sbaglio dai pesci rilascia sostanze tossiche che si depositano nei tessuti dell'animale, proprio ciò di cui noi onnivori ci cibiamo. Non dovrebbe dunque stupirci che uno studio dello scorso dicembre 2020, rilasciato dall’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e del Politecnico delle Marche, abbia provato la presenza di micro-plastiche nella placenta umana.


Se quest'ultima informazione non dovesse bastare per scegliere di eliminare il consumo di pesce dalle nostre alimentazioni, allora, cercate almeno di prediligere i pesci cosiddetti "poveri", spesso bistrattati a favore di tonno, salmone & Co., e seguite le stagioni, perché queste regolano anche i cicli vitali nel mare, non solo la raccolta di frutta e verdura.


A Plastic-World


Proprio perché veganismo é sinonimo di rispetto di tutti gli esseri viventi, a prescindere dalla specie di appartenenza, mi sorge spontaneo inserire nella guida del Consumatore Gentile anche qualche nota riguardo le modalità di acquisto dei beni alimentari.

La plastica è davvero una piaga dell'antropocene, siamo tutti d'accordo, ma credo che ormai tutti, nel 2021 e nei paesi sviluppati, sappiano come evitare prodotti inutilmente confezionati con questo materiale, sbaglio?

Portarsi sempre con sé una borsa in tela (in caso di acquisti non programmati), comprare sfuso, prediligere prodotti confezionati in carta o alluminio, o ancora grosse confezioni per risparmiare il materiale utilizzato come involucro, sono tutti piccoli accorgimenti che, sì, fanno la differenza, soprattutto quando è la maggioranza a dare il buon esempio, non il contrario. Verdura e frutta può essere anche acquistata direttamente dal produttore, se questo è vicino a voi, o indirettamente attraverso gruppo di acquisto solidali (i GAS) e servizi online a supporto dei lavoratori della terra.

Alimentazione sostenibile

In ogni caso, voglio ricordarvi che le pratiche migliori, sia per la nostra salute che per quella del nostro pianeta, sono in fondo le stesse consigliate da anni e anni, quelle che anche il nostro buon senso ci suggerisce (vedi la piramide alimentare).


Queste sono gli ingredienti, ad oggi, per il Consumatore Gentile, secondo le mia personale esperienza e opinione, voglio ben sottolinearlo.

Aggiungereste qualche altra spezia o materia prima segreta?


Di seguito vi lascio alcuni suggerimenti per letture, documentari e siti internet grazie a cui potrete acquisire maggiore consapevolezza, ma anche scoprire come fare la spesa in modo più sostenibile.

Libri:

- Se niente importa, Jonathan Safran Foer

- Farmageddon, Il vero prezzo della carne economica, di Philip Lymbery


Documentari:

- A Plastic Ocean (Netflix)

- Cowspiracy (Netflix)


Siti web utili:

- Essere Animali (associazione italiana a tutela del benessere animale attraverso indagini, campagne e denuncia)

- Cortilia (Spesa Online dalla campagna)

- L'Alveare che dice Sì! (spesa direttamente dal produttore con punti di ritiro)

- Babacomarket (spesa online di frutta e verdura che non rientra nelle misure e forme perfette dettate dalla GDO e che quindi finirebbero con l'essere sprecate) - digitate su un motore di ricerca "GAS + nome della vostra città" per trovare gruppi di acquisto solidale

- Cucina Botanica (per ricette vegane deliziose)

- Dr.ssa Silvia Goggi (specializzata nell'alimentazione vegana)




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