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Cattive Compagnie

Aggiornamento: 4 apr 2020

Ci sono stati molti momenti, anche in passato, anche prima del documentario dei The Minimilists, in cui mi sono resa conto di avere un rapporto malato con il mio cellulare.

Da ieri, da quando ho iniziato a leggere uno dei tanti libri acquistati negli anni e mai incominciati, me ne sono resa conto ancora di più.

Dicono che essere consapevoli e ammettere di avere un problema sia un segno di essere sulla strada giusta per la guarigione... mah, speróm!


Ci sarebbe da fare una premessa che include raccontare il motivo per cui vivo a Zurigo e come si svolge una mia settimana tipica (per quanto "tipica" non sia).

Per ora diciamo solo che ho molto tempo libero, nel bene e nel male, e vorrei riempirlo di cose che mi portano felicità, di cose attraverso cui possa continuare a imparare e/o (ovviamente?) riempirlo con un secondo lavoro o attività che mi supporti pienamente in questa nuova vita zurighese.


Anyway, stamattina vi sveglio come al solito tra le 7.30 e le 8. Porridge con banana e caffè.

Inizio ad aprire i social media: Facebook, Instagram e Youtube. Scorro i feeds soffermandomi su notizie per me interessanti o video da guardare mentre mi sveglio.

Ragazzi, la mia colazione dura al massimo 30 minuti, se me la prendo davvero comoda.

Dopo di che, potrei tranquillamente passare alle altre attività della giornata che possono includere lezione di tedesco, pulire casa, preparare il pane, girare nuove video ricette (questo fino a qualche settimana fa), allenarmi e... beh, questo al momento è quanto.

Non è facile scrivere nero su bianco come si svolge al momento una mia giornata tipo.

Avendo un lavoro a ore e molto tempo libero, mi sento in un certo senso inadeguata a vivere nella società moderna... ok, sto andando fuori tema. Ne parliamo poi di questo, forse.

Stamattina volevo continuare a leggere un libro che mi ha preso fin dalle prime pagine, Farmageddon, il vero prezzo della carne economica, eppure non sono riuscita a staccarmi dal cellulare e dallo scrollare le schermate dei social per almeno altri 30 minuti.

Il tutto rendendomi conto della situazione assurda in cui mi trovavo.

Prima e dopo la mia ora di tedesco, ce l'ho fatta.

Siccome oggi splende il sole e le temperature sono piacevolmente calde, mi sono messa in balcone con un bicchiere di acqua per non scordarmi di idratarmi (sono uno degli esemplari che potrebbe tranquillamente berne solo uno in tutta la giornata e pensare di stare bene) e con il mio libro.

Ho lasciato il cellulare dentro casa.


Per i primi 10-15 minuti ho avuto come alcuni piccoli scatti, nonché la sensazione che mancasse qualcosa: cercavo con gli occhi, le mani e la mente il mio iPhone.

Di conseguenza la mia concentrazione iniziale ne risentiva, non riuscivo a immergermi completamente nella lettura. Ci sono voluti, ripeto, alcuni minuti prima che ciò accadesse.

Non mi sono arresa nemmeno per pranzo: sempre in balcone e, invece di controllare mail, social o messaggi, di fianco a me solo il mio libro aperto.

E nemmeno per andare in bagno!

Nessun falso perbenismo nell'omettere o nascondere che anche le donne vanno in bagno e magari ci passano, beh, lunghi minuti. Prima (fino a ieri l'altro) avevo sempre la tecnologia con me, oggi è stato il nuovo libro a farmi compagnia.


Per quanto questa dipendenza da social, da cellulare, non sia a livelli tali da impedirmi di fare altro senza uno smartphone a fianco, ammetto che, senza esso, sento questa piccola stretta al petto, come se fossi semplicemente irrequieta (anche ora mentre scrivo al computer, ascoltando musica).

Bene, e ora?

Beh, ora potrei aiutarmi con qualche piccola regola, cosa ne pensate?

Siccome uso il cellulare anche come sveglia, invece che prenderlo con me non appena fuori dal letto, potrei lasciarlo in camera fino a metà mattina, così come quando torno a casa da lavoro: invece di tenerlo con me sul tavolo da pranzo o sul divano, mentre ci godiamo un film o una serie tv, potrei riportarlo in camera.

Non so se servirà a qualcosa, ma credo vivamente in questo concetto dei piccoli passi nel proprio piccolo. Sono profondamente convinta che i grandi cambiamenti possano avvenire proprio così.


E voi? Avete qualche vizio o dipendenza che vorreste vincere o limitare?


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