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Il risveglio

Aggiornamento: 4 apr 2020

Quest'idea del viaggio, della ricerca di un senso, non è arrivata all'improvviso.

In fondo è parte del nostro essere.

Non sono mai stata una fan delle ore di filosofia (benché nutrissi alte aspettative verso la materia), ma ricordo ancora la metafora del pendolo usata da Schopenhauer, nel suo Pessimismo Cosmico. Il filosofo affermava che la vita è un pendolo che oscilla tra dolore e noia, mentre il piacere è quell'attimo fugace tra un dolore e l'altro. In parole povere, l'uomo è perennemente alla ricerca della felicità: troviamo ciò che pensavamo ci avrebbe resi felici per sempre? Beh, non riusciremo mai a stare belli e tranquilli, godendoci il nostro "premio", vorremo sempre qualcos'altro che ci porti una nuova felicità.

Ecco che allora la ricerca riprende.

Sono altamente convinta di essere parte della cerchia di Schopenhauer, perché nonostante sia una "bimba molto fortunata", come direbbe mio papà, mi ritrovo spesso in una situazione di irrequietezza.

Andremo se mai nei particolari della mia infanzia e giovinezza nei prossimi post, ma mi credete se vi dico che, fortunatamente, non ho motivo per cui non essere felice?

Nulla di serio, insomma. Poi, chiaramente, creare una nuova vita in una nuova città come può essere Zurigo, non è cosa facile.

Prima di trasferirmi in Svizzera, ho avuto le mie esperienza lavorative in Italia e, nonostante gli alti e i bassi, sono quasi sempre riuscita ad ottenere il lavoro per cui mi candidavo: ecco, qua in territorio elvetico, causa anche la lingua (sto tutt'ora studiando tedesco), la situazione è un ciccinino diversa. In breve, trovare il proprio posto nel mondo in questa nuova vita è più complicato del previsto. Poi, me la cavo, eh...

Al momento ho un piccolo lavoretto circondata da formaggi e birre inglesi (nei prossimi post capirete quanto il contatto con la gastronomia sia importante per me) e il mio capo è il primo della sua "razza" che stimo (i precedenti, in Italia, non sono stati tra i migliori).

Questo non basta però, soprattutto considerato il costo della vita qua a Zurigo.

Quindi si mandano curricula a destra e a sinistra, ma si pensa anche fuori dal proprio selciato, dalla propria comfort zone, magari creando qualcosa di proprio.

Tutto questo accade nei mesi che precedono il mio trentesimo compleanno (sarà un caso? Io credo di sì).

Accade anche di guardare un bel documentario su Netflix che mi fa riflettere molto, su molti aspetti della mia vita e dell'esistenza su questo pianeta: Minimalism.

Ora, non mi credo assolutamente né una filosofa, né un essere speciale, né una sapientona. Non credo diventerò domani una minimalist, nel senso che non mi disferò di metà dei miei possedimenti materiali nel giro di pochi giorni (anche se farò un pò di ripulisti).

Però posso cambiare le sorti della mia esistenza, facendo del mio meglio perché ogni giorno sia un'occasione per creare qualcosa, per imparare, per essere d'ispirazione, per fare community, per essere più felice e meno stressata, per fare anche del buono in quel famoso "nostro piccolo".

Non so se per me si tratterà di un nuovo blog, di un nuovo canale Youtube, dell'apertura di un negozio, del trovare il giusto mindset per leggere tutti quei libri che ho acquistato negli ultimi anni e che non ho mai letto.

Però intanto questo è un inizio. L'inizio di un viaggio, di una ricerca.

Che un senso lo vorrei dare ad ogni giorno, quando mi sveglio.

Poi, oh, come dice Vasco, "Che se non ha un senso, Domani arriverà lo stesso".



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